Giurisprudenza – CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 13 novembre 2020, n. 25811

Ripetizione dei compensi corrisposti, Eccezione di estinzione
del giudizio, Soppressione dell’ente disposta con atto avente forza di legge,
Deposito del ricorso in appello, lnterruzione automatica del processo,
Riassunzione entro il termine ex art. 307 c.p.c.,
decorrente dalla conoscenza legale dell’evento

 

Rilevato che

 

1. la Corte d’Appello di Roma, in riforma della
sentenza del Tribunale della stessa sede che aveva rigettato il ricorso
proposto da A.M.G. nei confronti dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e
la Sicurezza del Lavoro, ha accolto la domanda e, dichiarata l’illegittimità
delle note ISPESL del 6 novembre 2007 e del 27 giugno 2008, ha escluso che
l’Istituto potesse ripetere i compensi corrisposti all’appellante negli anni
2004, 2005 e 2006 per l’attività di componente del Comitato Scientifico;

2. la Corte territoriale ha ritenuto infondata
l’eccezione di estinzione del giudizio sollevata dall’INAIL, successore
dell’ISPESL costituitosi in giudizio dopo la notifica dell’appello disposta con
ordinanza collegiale del 5 marzo 2012, ed ha evidenziato che nella specie non
poteva operare l’interruzione automatica del processo ex art. 299 cod. proc. civ. in quanto il deposito del
ricorso era avvenuto il 29 aprile 2010, in epoca antecedente l’entrata in
vigore del d.l. 78/2010 con il quale l’ente
era stato soppresso, e pertanto la rinnovazione della notifica dell’atto,
ritualmente effettuata, aveva sanato ogni difetto dell’instaurazione del
contraddittorio;

3. quanto al merito il giudice d’appello ha
evidenziato che la ripetizione del compenso erogato all’appellante sulla base
della delibera n. 2/2003, con la quale era stato fissato «a titolo provvisorio
e salvo conguaglio» l’importo di € 14.000,00, non poteva essere giustificata
facendo leva sul decreto interministeriale che aveva determinato l’importo in €
5.164,60, perché le parti contrattuali devono essere poste nella condizione di
valutare la convenienza della proposta ed eventualmente di rifiutare
l’incarico, sicché il corrispettivo della prestazione non può essere ridotto
una volta che questa sia stata resa;

4. per la cassazione della sentenza l’INAIL ha
proposto ricorso sulla base di due motivi, ai quali A.M.G. ha opposto difese
con tempestivo controricorso, illustrato da memoria ex art. 380 bis 1 cod. proc. civ..

 

Considerato che

 

1. con il primo motivo l’Istituto denuncia la
violazione e falsa applicazione degli artt. 307
e 299 cod. proc. civ. e sostiene che la Corte
avrebbe dovuto accogliere l’eccezione, tempestivamente formulata, di estinzione
del giudizio poiché nella fattispecie si era verificata un’interruzione
automatica ed il processo non era stato riassunto nel termine di sei mesi dalla
data di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del d.l. 30.5.2010 n. 78, art. 7,
che aveva disposto la soppressione dell’Istituto;

2. la seconda censura addebita alla sentenza
impugnata la violazione e falsa applicazione dell’art. 9 d.P.R. n. 303/2002, del d.m. 19/12/2003, del d.l.
30/3/2007, degli artt. 1175 e 1375 cod. civ., dell’art.
12 delle preleggi perché la Corte territoriale, oltre a non tener conto
dell’iter procedimentale che ha portato alla definitiva quantificazione del
compenso, ha richiamato principi inapplicabili all’incarico di componente del
comitato scientifico, che non integra un rapporto né di impiego né di
parasubordinazione, bensì attribuisce all’incaricato una funzione onoraria, che
ricorre ogniqualvolta si conferiscono funzioni pubbliche con inserimento
nell’apparato organizzativo dello Stato e la determinazione del compenso viene
rimessa a scelte unilaterali e discrezionali della pubblica amministrazione;

2.1. l’istituto ricorrente, richiamato l’art. 9 del
regolamento dell’ente che riserva la quantificazione al decreto del Ministro
della salute e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, evidenzia che in
tutti gli atti adottati il decreto in questione era stato espressamente
richiamato e si era precisato che gli importi corrisposti nelle more
dell’adozione del provvedimento sarebbero stati erogati a titolo provvisorio e
salvo conguaglio, sicché la G. non poteva fare affidamento alcuno sulla
definitività dell’anticipazione;

2.2. deduce che allorquando il soggetto venga
investito di un incarico pubblico di partecipazione ad organo collegiale, qual
è quello di componente la commissione scientifica, la disciplina del compenso è
affidata alla valutazione discrezionale della p.a. e l’incaricato non è
titolare di un diritto soggettivo;

3. il primo motivo è fondato per le ragioni già
evidenziate da questa Corte con la sentenza n.
15641/2018, pronunciata in fattispecie sovrapponibile, quanto ai profili
processuali, a quella oggetto di causa;

3.1. con la richiamata pronuncia si è premesso che
il d.l. n. 78/2010 ha previsto la soppressione
dell’ente pubblico e, quindi, l’estinzione del soggetto giuridico, sicché è
stata esclusa la possibilità di ravvisare una vicenda solo evolutiva e
modificativa (negli stessi termini, quanto all’efficacia interruttiva della
soppressione, anche C.d.S. n. 5359/2013 e C.d.S. n. 5634/2012);

3.2. è stato, poi, richiamato l’orientamento,
consolidato nella giurisprudenza di questa Corte, secondo cui l’estinzione
degli enti pubblici, mentre deve essere dichiarata ex art. 300 cod. proc. civ. dal difensore, se
successiva alla costituzione in giudizio, comporta l’interruzione automatica se
si colloca temporalmente in data antecedente e, quindi, anche nelle more fra la
notifica della citazione in appello e la scadenza del termine assegnato
all’appellato per la costituzione (Cass. n. 2846/1999, Cass. n. 15595/2006,
Cass. n. 18306/2007, Cass. n. 6208/2013; più
in generale sull’applicabilità dell’art. 299 cod.
proc. civ. al rito del lavoro in caso di evento interruttivo verificatosi
dopo il deposito del ricorso in appello ma prima dello spirare del termine per
la costituzione Cass. n. 10714/2010 e Cass. n. 16020/2004);

3.3. è stato di conseguenza affermato che la
soppressione dell’ente disposta con atto avente forza di legge dopo il deposito
del ricorso in appello determina l’interruzione automatica del processo che va
riassunto entro il termine previsto dall’art. 307
cod. proc. civ., nel testo applicabile ratione temporis, che decorre dalla
conoscenza legale dell’evento, ossia dalla pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale della legge di soppressione (principio affermato in continuità con
Cass. N. 18306/2007);

4. sulla base dei richiamati principi, qui ribaditi
perché condivisi dal Collegio, deve essere accolto il primo motivo di ricorso,
con il quale è stata riproposta l’eccezione di estinzione tempestivamente
formulata dall’INAIL nella memoria di costituzione in grado di appello (cfr
pag. 4 della sentenza impugnata), e pertanto la sentenza impugnata va cassata
senza rinvio ex art. 382, ultimo comma cod. proc.
civ., perché il processo non poteva proseguire in presenza di una causa di
estinzione del giudizio di appello;

4.1. resta conseguentemente assorbito il secondo
motivo inerente il merito della questione controversa;

5. poiché la decisione si fonda su profili di natura
esclusivamente processuale, possono essere compensate fra le parti le spese del
grado di appello e del giudizio di legittimità;

6. non sussistono le condizioni processuali
richieste dall’art. 13, comma 1
quater, del d.P.R. n. 115/2002 per il raddoppio del contributo unificato.

 

P.Q.M.

 

Accoglie il primo motivo di ricorso, assorbito il
secondo. Cassa senza rinvio la sentenza impugnata e compensa integralmente le
spese del giudizio di appello e del presente giudizio di legittimità.

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